Workshop di Screendance con Michael Maurissens
I danzatori si muovono, così come la telecamera.
C'è un potenziale affascinante nella combinazione di danza e film, questo laboratorio offre ai partecipanti l'esperienza completa dalla prima idea alla produzione finale del film. Dopo un'introduzione alla screendance e alla realizzazione di documentari, parleremo possibilità e limitazioni tecniche, estetica, inquadratura e linguaggio visivo.
Ci divideremo in gruppi più piccoli promuovendo l'interesse, le abilità e il lavoro dei partecipanti collaborando in team su diversi progetti di cortometraggi.
Dall'idea iniziale, alla concettualizzazione, alle prove/preparazione, alle riprese, al finale
montaggio, questo corso ti accompagnerà attraverso le diverse fasi di produzione di un breve videodanza. Useremo l'ambiente urbano (piazze, spazio pubblico, cortile….) come cornice per esplorazione e creazione, sperimentando il dialogo tra il corpo (in movimento) e il suo ambiente.
Al termine del corso avrà luogo una visione pubblica, dove saranno presentati tutti i cortometraggi prodotti.
PER MASSIMO 20 RAGAZZI E RAGAZZE
DAI 14 AI 18 ANNI
interessati al video o alla danza, o al montaggio o tutti gli aspetti.
Costo: gratuito, tessera assicurativa 30€
Michael Maurissens è nato a Bruxelles, dove ha iniziato la sua formazione di danza. Ha studiato danza alla Heinz Bosl Foundation di Monaco (1991-1992) e allo Swiss Ballet
Scuola di Zurigo (1992-1993 - con il sostegno della Fondazione Pierino Ambrosoli) e
ha lavorato per il Ballett Nürnberg/ Tanzwerk Nürnberg, Ballett Freiburg, il
Nationaltheater Mannheim e Pretty Ugly Tanz Köln.
Nel 2009, insieme al collega Douglas Bateman, ha fondato la MichaelDouglas
Kollektiv, il focus del collettivo include la ricerca sulla produzione artistica collaborativa e il
sviluppo di metodi di creazione collettiva nel contesto della performance. Per mezzo di un
struttura indipendente e responsabile, il collettivo affronta le sfide delle
decisioni artistiche, come lavorare con una struttura non gerarchica, riducendo parametri usuali per lo sviluppo del processo artistico (One Week Stand) e l'avanzamento di un dialogo e favorire lo scambio alle interfacce con discipline e temi come la comunicazione,
architettura, sociologia, psicologia e risoluzione dei conflitti.



